27 Gennaio 2021

Quanto zucchero vuoi?

Ho un amico pugliese che quando prepara il caffè ti accudisce. Sulla sua tavola non c’è mai il cucchiaino accanto alla tazzina. Perché allo zucchero ci pensa lui.
Quanto zucchero vuoi?
La prima volta ho storto il naso mentre già una parte di me dentro premeva e protestava, si ribellava a quella domanda. Troppo poco è rimediabile, basta aggiungerne; ma se ne mette troppo?
Faccio io, grazie.
Quanti “faccio io”, nella vita. Gesti di cura che ci lasciamo sfuggire nell’inseguire quella nostra esigenza necessaria e vitale di autonomia.
Un altro amico durante le colazioni al bar zucchera il mio caffè. Non mi chiede nulla. Lo fa, semplicemente.
A suo rischio e pericolo, soprattutto le prime volte.
Lo zucchero c’è già. Va bene, fidati!
Fidarsi. Affidarsi.
Spesso ottime motivazioni portano nel corso della vita a cavarsela, a bastarsi, ad occuparsi da soli di sé.
Ma a volte si corre il rischio di non credere più possibile che qualcuno possa osservarci con così tanta attenzione da sapere esattamente quanto zucchero vogliamo nel caffè. E che lo faccia solo per il piacere di una coccola tutta per noi.

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A quando un caffe zuccherato?

Chiara, speriamo si possa presto!

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