21 Giugno 2021

Aglio, olio e salsedine

-Il mare? Cioè?
-Lascia stare. Che mangiamo per cena?
-Aglio e olio?
-L’ abbiamo mangiata martedì; e sto ancora cercando di digerirla.
-Se togliessi l’anima il problema non ci sarebbe.
-Eh. Quello viene meglio a te.
-Cosa?
-Niente, la preparo per te. Io la mangio solo con l’olio. Ho mal di stomaco.
-Dovresti ricominciare con il gastroprotettore. Ormai sono mesi che te ne lamenti.
-Dovrei mangiare meglio, tutto qui.
-Come vuoi tu.
-Davvero. È un periodo, poi passa.
-Ok, ok, come vuoi. Cosa dicevi prima del mare?
-Niente. Era una cosa così per dire.
-Per dire cosa?
-Niente, Gio, niente.
-‘Sto niente ha un po’ rotto i coglioni. Sono anni che è la tua risposta.
-Forse sono sbagliate le domande, ci hai mai pensato?
-Ma cos’hai, stasera? Vuoi litigare?
-No, non voglio. Sono solo stanca. E l’acqua bolle. Butta la pasta, è già pesata.
-Sei stanca, hai mal di stomaco e dici che ti ho rubato il mare.
-Lo vedi come fai? Poi ti incazzi perché rispondo “niente”.
-Cos’ è che farei?
-Niente. C’è Matisse alla porta? È uscito oggi pomeriggio e ancora non si vede.
-Non ci sopporta più neppure lui, sarà scappato.
-Smettila. Sai che ci sto male dopo Bizet.
-Era una battuta.
-Del cazzo.
-Ma cosa vuol dire che ti ho rubato il mare?
-Cos’è? Oggi hai cambiato strategia? Hai deciso improvvisamente di non lasciar correre?
-No, ma..il mare.. Perché?
-Era una sciocchezza, ok?
-Sì, ma spiegamela. La dottoressa ieri mi ha detto che potrei domandarti quando non capisco.
-Soldi ben spesi, senza dubbio.

-Ho esagerato. Non sono fatti miei. A qualcosa sta servendo dopotutto.
-Davvero lo pensi?
-Questa domanda non la avresti mai fatta. Pensavo che non mi stessi nemmeno ascoltando.
-E mi rispondi?
-Era una cosa così, un modo di dire.
-Mi hai rubato il mare. Che modo di dire sarebbe?
-Davvero lo vuoi sapere? È una cosa che ho pensato oggi in spiaggia, sì. Il mare. Il mare era mio da prima. Già prima di stare con te era il mio posto felice. L’unico, forse. Seduta sulla sabbia ad ascoltare il rumore ad occhi chiusi sentivo che ero io. Che ero intera. Li sai i casini che avevo, ma lì non c’era nessuno che volesse qualcosa da me, nessuno a cui dover rispondere. Lo guardavo per ore e sgonfiarsi e sentivo che non avevo bisogno di altro oltre a quel respiro.
-È una cosa simile per me, lo sai.
-Eh. Appunto. È per quello. Oggi stavo sulla spiaggia scura, davanti alle onde bianche, grosse, schiumose, con l’odore di salsedine addosso, e pensavo. A te. A quanto avrei voluto prestarti i miei occhi per vederlo con te. Per sentirlo come tu lo senti.

-Non è più mio, il mare. Me lo hai rubato.
Ecco. È solo una stronzata che ho pensato oggi.
-Una stronzata romantica.
-Già.
-Vorrei solo..
-Non dirlo.
-Perché?
-Perché non è così, cazzo. Metti l’acqua in tavola?
-E quindi cosa dovrei fare? Prendere quello che mi hai detto e cenare come se niente fosse?
-Già. Come facciamo sempre. Oppure dire la verità. Per una volta.

-È vero.
-Cosa?
-Non è più nostro, il mare.
-Già. E non è più mio. Ma lo riprenderò indietro, prima o poi.

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