7 Ottobre 2021

Cordoni ombelicali

Da vicino il suo dolore si attenua.

Pensiero magico – tremendo e affascinante.
Cordone ombelicale agganciato al corpo in un tempo di cui non resta memoria. Le mie viscere contratte, da sempre testimoni inconsapevoli.
Sangue che scorre all’incontrario rispetto alle leggi del grande-piccolo, io-nutrimento, linfa per un corpo e un’anima mai sazi. Angosce e paure corrono intanto veloci in senso inverso ad invadere il mio ventre.

Per anni è andata così. Per anni stare vicini è stato difficile. Stare lontani impossibile. Mi sono allontanata, rabbia furente a sostenere i miei passi. Echi di ataviche colpe mi hanno riportato indietro.
Per la felicità farsi spazio è stato un lavoro meticoloso, scavo delicato attorno a fragili reperti. Puntellatura fine di piccoli risultati. Mura spesse intanto si ergevano attorno a custodia delle mie scoperte, certezze granitiche ostentate nei passi e porti chiusi alle vicinanze.
Ora che i miei desideri si sono scaldati alla luce capita che si dimentichino di rimanere protetti all’interno dei loro confini, a volte nemmeno ricordano di averne, di confini.
Le mura si assottigliano, scarsa manutenzione e qualche crepa lasciano intravedere la luce dall’altra parte; capita anche che sia io stessa a saltare il muro, le rare volte che qualche anima affine si aggira al di là ed il fiuto la riconosce. C’è vita buona attorno.

Ma nonostante tutto, il richiamo del cordone ombelicale resiste ancora dentro le viscere, tira, si contorce, chiama a galla memorie. È allora che le distanze tornano intollerabili.

Da vicino il mio dolore si attenua. Il mio respiro si placa, la mia angoscia trova un nome. Le lacrime salgono agli occhi.
Risorgono inaspettate antiche divinità, Onnipotenza e Impotenza, gemelle siamesi attaccate per un lembo di pelle danzano al suono del mantra -Salvalo, da sé e dal mondo-tu Sola puoi farlo stare bene-non puoi fare nulla-non servi a nulla-Salvalo, da sé e dal mondo-tu Sola..-

Non posso.

Ora lo so. E respiro.

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COMMENTI
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FaticoSo, per chi lo sente belle viscere. SPlendido

Già, faticoso. Ma prezioso che il sentire sia condiviso. Grazie, Chiara.

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