21 Agosto 2021

Il mare sulla pelle

Se ne era accorto che era ancora molto piccolo. Quello che non aveva capito subito era che non succedeva anche agli altri. Tutto sommato non era stato così difficile conviverci. In famiglia si era fatto la fama di bambino scontroso, un po’ antipatico, poco affettuoso e questo era bastato a tenere lontani gli abbracci. Solo la zia Marta che veniva ogni estate da lontano, non rinunciava a stringerlo forte e stampargli sonori baci sulle guance. Non era per nulla piacevole, ma tutto sommato era una volta all’anno. E in cambio del baule dell’auto strabordante di regali poteva sopportarlo.
Andando avanti con le età, era stato anche più semplice. Gli adolescenti maschi non si abbracciano tra loro, al limite si mollano qualche pacca sulla spalla, e in famiglia non c’era più nulla di strano in quel suo mantenere le distanze.
Il sesso con Sandra, la prima volta, e anche quelle dopo, lo aveva fatto vestito. E non era andata male. Lei ne aveva parlato con la sua migliore amica, e quel modo era piaciuto ad entrambe, la sua fama di latin lover ne aveva perfino giovato. Di questa sua particolarità lei si era stancata quando aveva scoperto che non sarebbe rimasta un’ eccezione, lui ne era stato dispiaciuto ma sapeva che già che prima o poi sarebbe accaduto. E questo aveva attutito il dolore.
Era stato peggio, anni dopo, quando Marcella gli correva incontro sulla banchina della stazione di Bologna ogni venerdì e gli si avvinghiava al collo pretendendo i baci che le erano mancati durante tutta la settimana.
Aveva provato a schivarli, dicendo che lui era uno di quegli uomini che non amavano molto il contatto fisico, ma per lei quegli abbracci erano davvero importanti, lo capiva. E lui, nel tempo, aveva imparato a sopportare. Ma comunque non era stato sufficiente per farla restare.

Maria era arrivata da poco. Sulla spiaggia dove trascorreva l’estate quell’anno, passavano il tempo a ridere, a mangiare, a chiacchierare. Lui non gli aveva ancora detto nulla di quella sua strana patologia. Ne era tentato ma lei non si avvicinava mai troppo, e questo era già di per sé rassicurante. Anche se ora cominciava a fargli venire dubbi su quanto lei fosse interessata. Lei gli raccontava dell’ultimo libro che aveva letto e lui di quel film che lo aveva tanto commosso. Poi improvvisamente lei si alzava e lui la guardava lanciarsi nell’acqua di corsa. E, ogni volta, dopo poco e più cautamente, entrava anche lui.

La prima volta che aveva visto il mare aveva sedici anni. Era cresciuto in un paesino di pianura e i suoi non si erano mai preoccupati di offrirgli vacanze marine per alleviare le lunghe estati bollenti. Amanti entrambi della montagna, erano convinti sostenitori del potere curativo dell’aria buona delle altezze.
La potenza di quell’enorme massa d’acqua comparsa davanti ai suoi occhi lo aveva subito attratto ma la cautela faceva ormai parte di lui. Era pur sempre un elemento nuovo a contatto con la sua pelle. Estraneo, bagnato e salato.
Ne aveva testato l’effetto con i piedi, all’inizio senza togliersi nemmeno i calzini. Nessun dolore. Allora era entrato, completamente vestito. L’acqua filtrava rapidamente attraverso i tessuti, il contatto con la sua pelle era inevitabile. Decise comunque di tentare, pronto ad uscire velocemente al primo bruciore. Che non arrivò mai.
Da lì in poi i bagni furono più comodi. In costume e qualche volta anche nudo, quando rimaneva in spiaggia, nell’ora in cui le famiglie erano già risalite in albergo a prepararsi per la cena, e le comitive di ragazzi e ragazze ancora non erano pronti per le notti brave sotto le stelle.
Quell’estate c’era anche Maria. Ed era piacevole saperla a nuotare nello stesso mare a poca distanza da lui.

Quella sera l’acqua era calma, lui galleggiava a gambe e braccia aperte ed occhi chiusi. Piccole onde salivano dai piedi e seguivano il contorno delle sue gambe, fino al pube, risalivano alla pancia, e poi fino al petto. “Il morto” lo chiamavano. Ma lui non si era mai sentito più vivo. Brividi intensi facevano increspare la sua pelle. Ma non aveva freddo. Voleva solo che quella sensazione non smettesse.
“Marì, Marì” chiamò forte senza cambiare posizione. Lei lo raggiunse a nuoto, preoccupata un po’ dal tono della sua voce.
“Che c’è?”
“Il mare, Marì. Mi accarezza.
E le sue carezze non fanno male”.

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